Affrontare la creatività con modalità nuove
Intervista all’architetto Michele Marcon
Con l’uscita della nuovissima collezione HONEY, presentata in occasione del Salone del Mobile, incontriamo l’architetto Michele Marcon che l’ha pensata e progettata insieme a Cerasa. Classe 1970, un percorso interamente votato al design, ha collaborato per oltre 20 anni con lo studio Lino Codato, sviluppando una conoscenza a 360° in tutti i settori del mobile e dell’architettura d’interni. Dal 2008 libero professionista, progetta, al fianco di grandi aziende, proposte innovative e armoniche che da sempre incontrano il favore del pubblico.
Com’è il suo approccio al mondo creativo?
La creatività è uno spazio profondo, da affrontare sempre con modalità nuove e prospettive diverse. È necessario aver sviluppato un proprio stile come base di partenza. Poi a volte l’ispirazione viene dall’astratto e dall’onirico: profumi, colori, la natura stessa. Altre volte invece è proprio l’architettura che si fa fonte di infinite riletture e innovazioni. Personalmente trovo grande ispirazione e altrettanta sicurezza nella conoscenza dei materiali come base necessaria per lo sviluppo della creatività: solo così nascono soluzioni dalla forte valenza funzionale ed estetica.
Ci racconta questa nuova collezione: Honey?
Con Honey abbiamo voluto creare un sistema di arredo prezioso e versatile. Abbiamo vestito il bagno di materiali pregiatissimi interpretando un’estetica iconica. La luce ha un ruolo fondamentale nel valorizzare i materiali ma anche nell’essere protagonista del progetto: si inserisce in dettagli e rimandi tra frontali e specchi. È stata una sfida ingegnerizzarla, ma insieme abbiamo fatto un lavoro eccezionale. Inoltre, ogni particolare e ogni dettaglio hanno un’unicità intrinseca, frutto di studio ed emozioni trasposte in design. Volevamo esaltare i caratteri dell’ambiente in cui si inseriscono questi arredi. Questa collezione, tra l’altro, sottolinea l’attenzione che Cerasa ha rispetto alle tendenze e ai mercati. Tutto il sapere e l’esperienza che abbiamo messo in questo progetto valorizza quel Made in Italy più apprezzato nel mondo. Insieme stiamo costruendo un percorso sempre più internazionale.
Come mai avete scelto questo nome?
Oggi più che mai, proprio in rapporto alla natura e alla sostenibilità, il miele rappresenta un bene prezioso. Anche nella simbologia incarna valori e ricchezze spirituali. Così questa collezione accoglie in sé una perfetta fusione tra materiali ed elementi di design, tra natura e stupore. Volevo avesse un nome in rappresentanza della sua maestosità, in cui dettagli si svelano nel dialogo tra ambienti, forme e finiture uniche.
Cosa significa per lei sostenibilità?
La sostenibilità si basa proprio su quella conoscenza dei materiali e dei mercati che citavo. Ha la doppia valenza di sostenibilità ambientale e produttiva. Un arredo realizzato con materiali di alta qualità e naturali, nel rispetto dell’ambiente del consumo, e al contempo con sapiente artigianalità è destinato a durare nel tempo proprio perché non si deteriorerà. Poi ovviamente è necessario che vi sia una forte attenzione alla sostenibilità produttiva.
Cosa sta alla base di un buon progetto?
Bisogna conoscere bene il mercato, il cliente e i competitor. Bisogna conoscere i materiali, ma soprattutto il processo produttivo. Tracciabilità e sostenibilità sono imprescindibili. E si affiancano alla nostra creatività. Ma serve ovviamente anche un’identità forte. Cerasa ha tutto questo. Saper mettere la nostra esperienza al servizio della creatività e del mercato, lasciandosi contaminare anche dal nostro vissuto, dalle intuizioni… crea un mix molto potente. Creare connubi inediti. L’estetica è importante tanto quanto la conoscenza dei nostri clienti. Non si possono inventare nuove forme e nuove collezioni senza conoscere le esigenze dei clienti. E con questo intendo anche conoscere usi e costumi dei popoli e dei paesi con cui ci relazioniamo: questo è possibile anche grazie alla pluridecennale relazione che Cerasa ha coi mercati internazionali.
In questo lavoro, quanto è importante l’artista che vive in lei?
Possiamo parlare di ego dell’artista (ride). L’ego deve lasciarsi guidare dalla passione. Solo così possiamo approcciarci alla creatività, dando vita a progetti che verranno amati. L’ego del creativo è fondamentale per pensare in grande, ma va calibrato in rapporto alla conoscenza e alle emozioni che vogliamo trasferire. Se saremo in grado di suscitare emozioni, saremo capaci di contribuire a quel miglioramento del mondo a cui in fondo aspiriamo. Partendo anche da piccoli oggetti e dal benessere che sappiamo costruire all’interno di una casa.
Quale sarà l’evoluzione del mondo del bagno?
Credo che il bagno rappresenti uno degli ambienti più importanti della nostra casa, insieme alla cucina. Incarna lo spazio dell’intimità e del relax e sarà sempre più sotto i riflettori. Prevedo inoltre che si creeranno dei connubi con funzionalità ancora inespresse, col colore e con il desiderio di circondarsi di oggetti capaci di emozionarci. Nuove sintonie materiche armonizzate alla funzione degli arredi.
Articolo pubblicato nel magazine Cerasa Bathroom Stories