We love Brentano
Ci sono luoghi capaci di raccontare storie, di evocare ricordi e, al contempo, di proiettarsi nel futuro. Luoghi con un’anima, un volto, una voce.

Il flagship store milanese di Cerasa si trova in via Brentano. Per un curioso gioco di richiami, la toponomastica riesce qui nell’intento di creare connessioni tra presente e passato: Giuseppe Brentano, infatti, fu l’architetto che nel 1888 vinse il concorso internazionale per il rifacimento della facciata del Duomo di Milano, con un progetto che la giuria dell’epoca applaudì come «non solo il migliore di tutti, ma degno di venire eseguito».
Oggi, tra via Brentano e via San Giovanni sul Muro, in zona Cairoli, si articola un nuovo distretto dell’arredamento e dell’interior design che racchiude marchi prestigiosi e Cerasa ne fa parte. Una realtà multi-sfaccettata, ben radicata nel Made in Italy, accomunata da una visione e da uno stile inconfondibile.

Ogni luogo dialoga con il proprio contesto. Il flagship store Cerasa si trova nel palazzo Dal Verme, proprietà di una delle famiglie più potenti della corte viscontea e sforzesca del XV secolo, cui si deve anche l’omonimo Teatro costruito alla fine della via San Giovanni sul Muro e inaugurato da Francesco Dal Verme nel 1872, al posto del Politeama Ciniselli, una sorta di teatro di strada che infastidiva gli abitanti. Se dovessimo geolocalizzare lo showroom senza l’uso di Google Maps, solo in virtù di riferimenti conosciuti, avremmo vita facile: il quartiere è attraversato da Corso Magenta, lungo il quale il tram storico percorre la strada costellata di case d’epoca e antiche botteghe fino ad arrivare al Duomo, distante appena un chilometro.
Dalla parte opposta, a cinque minuti a piedi, fa bella mostra di sé il Castello Sforzesco. E ancora, a 500 metri da via Brentano, troviamo Piazza Affari; a 650 metri, l’Università Cattolica. Al civico 2, la sede milanese della casa editrice Adelphi e in via Meravigli la Taschen. Come dire, il cuore pulsante del centro storico milanese.

Tuttavia, i luoghi non si definiscono solo grazie a una mappa geografica. Collocarsi in un luogo significa connettersi alla vita di una comunità. Come la casa – ambiente eletto di protezione e sicurezza, simbolo dell’intimità e dell’espressione dei propri gusti – anche gli spazi esterni stimolano emozioni, racchiudono ricordi, esprimono abitudini e stili di vita. Dopo essersi immersi nella piacevolezza delle forme e dei colori, nella precisione del design e nella forza estetica delle proposte del distretto, è impossibile, perciò, non concedersi un caffè all’incantevole Pasticceria Marchesi, fedele, anche negli arredi, alla sua storia di tradizione, gusto e raffinatezza iniziata nel 1824.
Altrettanto coerenti con lo spirito del quartiere residenziale e prestigioso in cui si trova il flagship store Cerasa, sono i negozi storici: Lorenzi, nato nel 1919 come negozio per l’affilatura e la vendita di coltelli, ora vende profumi, articoli per la toeletta, rasoi e accessori barba, pettini e spazzole per capelli. La Casa del bianco, aperta nel 1940, vede nelle proprietarie Paola e Silvia la terza generazione di produttori e rivenditori di grembiuli per tate e colf, divise da uomo, camici da medico e grembiulini da scuola, oltre che di pigiami in cotone Oxford. Bardelli è l’azienda familiare che dal 1942 rappresenta uno dei marchi più pregiati per l’abbigliamento da uomo, dalla calza allo smoking, dalla cravatta al cappotto passando per abiti e giacche prêt-à-porter o su misura. Falliva Panizzi, l’oreficeria nata nel 1949, è specializzata, fin dalle origini, nella proposta di gioielli glamour e di pietre di ottima qualità. Sulla via San Giovanni sul Muro in cui si trova il 6-vetrine JRK district, i numerosi antiquari si presentano come negozi di fascino, “cabinet de curiosités”, veri scrigni di oggetti che hanno arredato, abbellito, impreziosito le case, i luoghi di lavoro e gli studi di rinomate famiglie.

Girato l’angolo di via Brentano, visitare la Chiesa di San Maurizio al Monastero, definita da molti la Cappella Sistina di Milano, equivale alla scoperta di un tesoro nascosto. L’emozione irrompe alla vista degli affreschi della chiesa realizzata nel 1503 per le monache di clausura. Una particolarità del complesso è il tramezzo che divideva in due l’edificio, in modo da non permettere in alcun modo alle religiose di entrare in relazione con le famiglie cittadine: solo una grata posta sopra l’altare consentiva di ascoltare i medesimi riti liturgici. Nell’Ottocento, alla soppressione del convento, vennero poi aperte le porte di comunicazione tra le due aule, che oggi consentono ai visitatori di ammirare nella loro interezza i ricchi cicli pittorici.
Passeggiando poi per Corso Magenta, si incrocia via Brisa, dove si trovano i resti del Palazzo Imperiale realizzato tra il III e IV secolo d.C., quando Milano divenne capitale dell’Impero Romano. Perfettamente integrati con i ruderi di epoca romana, ci sono le case dei Morigi e dei Gorani – esempi della recente ristrutturazione architettonica di eccellenza nel cuore della metropoli e della storia – che spiccano con le loro pareti bianche, tra le rilassanti aree verdi, intorno alla suggestiva Torre medievale.
Luoghi simbolici e dalla forte identità, governati dalla filosofia del “bel vivere” e dall’esclusività. Come tutto ciò che riguarda l’arredo delle nostre case, il dentro e il fuori rappresentano la scenografia degli stati d’animo, la platea del nostro vissuto. Averne cura significa prendersi cura di sé.
Articolo pubblicato nel magazine Cerasa Bathroom Stories